Tra il 6 e il 9 giugno, tutti gli Stati membri dell’Unione Europea sono chiamati alle elezioni per decidere sulla nuova, o forse non così nuova, composizione delle istituzioni europee. La polarizzazione, l’emergere di nuovi partiti, le crisi economiche e le guerre che minacciano i confini dell’Unione saranno senza dubbio i principali temi che determineranno i risultati elettorali in tutti gli Stati membri.
C’è però una questione che sembra essere trascurata dai governanti europei, ma che certamente non è marginale per i cittadini. L’immigrazione, sia legale che illegale, è diventata un punto di contesa tra le società europee; dall’indifferenza, alla condanna assoluta degli atteggiamenti di chiusura delle frontiere, fino alla ben nota politica delle porte aperte.
Nel 2015, oltre un milione di migranti e rifugiati arrivarono sul suolo europeo, e si può dire che, a partire da quel momento di tensione per i leader dell’Unione, le politiche migratorie divennero una questione di interesse generale. I paesi più colpiti, principalmente quelli del sud come la Spagna e l’Italia, furono i principali a richiedere una regolamentazione equa e bilanciata per il resto dei paesi dell’Unione Europea.
È evidente che le politiche migratorie dell’Unione non sono state efficaci nel raggiungere un flusso coeso, regolamentato e correttamente controllato tra gli Stati. Ora, date queste circostanze, le politiche migratorie continuano a essere un punto di dibattito, tanto che la discussione si è spostata su se la gestione di queste politiche debba essere trasferita agli Stati membri e, quindi, a scapito dell’Unione Europea.
Un recente sondaggio condotto dal Partito dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR) sulle questioni migratorie e il futuro dell’Unione Europea riflette già una divisione netta. Il 41% dei 5.000 intervistati sostiene che l’UE debba rimanere il principale attore nella gestione delle politiche migratorie, mentre praticamente l’altra metà, il 40%, preferirebbe dare maggiore importanza legislativa agli Stati membri per il controllo dell’immigrazione. Tuttavia, quando si osservano i dati segmentati per partito politico e per area geografica, emergono due informazioni che fanno luce sulla realtà europea in termini di migrazione.
Da una parte, gli elettori del Partito Popolare Europeo e dei socialisti europei hanno posizioni chiare a favore dell’UE e della sua regolamentazione in materia di migrazione. Questo è anche l’opinione maggioritaria in Spagna e Germania, secondo il sondaggio, un dato che si allinea con la tendenza elettorale in questi paesi, che storicamente hanno oscillato tra il PPE e l’S&D. In altri territori, tuttavia, c’è una tendenza chiara verso il cambiamento. Il caso più rappresentativo è senza dubbio l’Italia, dove tutti i sondaggi indicano che Fratelli d’Italia, il partito italiano del gruppo ECR, vincerà le elezioni europee di giugno.
Questa vittoria avrebbe certamente molto a che fare con la politica migratoria di Giorgia Meloni, leader del partito italiano e presidente del gruppo ECR, che ha segnato un punto di svolta nella gestione dell’immigrazione illegale e, quindi, una riduzione dell’incertezza sociale dei cittadini italiani. In effetti, queste erano le sue promesse politiche durante la campagna elettorale, che si è conclusa con la sua vittoria.
Ci si potrebbe quindi chiedere come sia possibile che un paese come la Spagna, che ha subito conseguenze simili all’Italia in termini di immigrazione illegale (mancanza di coesione territoriale, deterrenza dei valori occidentali o pressione dai paesi della frontiera meridionale), possa continuare a fidarsi di quei rappresentanti che hanno mantenuto una posizione di porte aperte o una mancanza di controllo sulle questioni migratorie.
Tuttavia, non tutti i cittadini in Spagna si dichiarano indifferenti all’immigrazione. Vox, un partito conservatore spagnolo, è riuscito a diventare la quarta forza politica nelle elezioni in Catalogna, una Comunità Autonoma della Spagna, nel 2021. Nonostante sia un territorio con un gran numero di elettori indipendentisti, l’immigrazione è stata un fattore mobilitante e decisivo per la crescita enorme di Vox durante le ultime elezioni. Così, il discorso difeso dal suo candidato, Ignacio Garriga, su un maggiore e migliore controllo della popolazione immigrata e sulla difesa dei valori propri, ha portato Vox a superare il partito di centrodestra tradizionale in Catalogna, il Partido Popular.
Alla luce dei fatti, sembra chiaro che ci sia un cambiamento nella tendenza del voto europeo, che, alla luce degli eventi, è influenzato, tra le altre cose, dalla questione migratoria. Un cambiamento che riflette il fatto che, anche se per le istituzioni europee il controllo delle frontiere e la sicurezza sembrano essere in secondo piano, i cittadini chiedono maggiori garanzie di sicurezza e protezione dei valori occidentali, della sicurezza nazionale e della salvaguardia del sistema di welfare. Spetterà quindi al prossimo Parlamento europeo e alla futura Commissione mantenere e tutelare i valori, duramente conquistati, dell’Unione Europea.