Migrazione

Chi dovrebbe gestire l’immigrazione secondo gli europei?

[email protected] Settembre 24, 2024 4 min
theconservative.online

L’immigrazione è tra i principali temi che plasmeranno il gioco elettorale delle prossime elezioni europee a giugno. Posizioni e visioni divergenti all’interno del Parlamento europeo si scontrano da tempo su come affrontare una questione problematica che mette a rischio la sicurezza del Vecchio Continente.

Per questo motivo, è stato condotto un sondaggio per approfondire le preferenze dei cittadini europei che presto saranno chiamati alle urne. Dovrebbe essere la Commissione Europea a occuparsene? Quanto potere decisionale dovrebbe essere detenuto direttamente dagli Stati membri? Quale posizione vorrebbero gli elettori europei di destra che i loro rappresentanti prendessero all’interno delle istituzioni? Queste domande formano la base del sondaggio. Le interviste sono state condotte con residenti di tutta l’Unione Europea, distribuiti proporzionalmente alla popolazione dei 27 paesi UE con una leggera correzione che consente un’analisi dei dati a livello paneuropeo e in 5 diverse aree: Germania, Francia, Europa orientale, Europa settentrionale ed Europa meridionale.

Fin dall’inizio, emerge una chiara divisione riguardo a chi dovrebbe essere responsabile delle politiche di controllo dell’immigrazione. Il 41% degli intervistati preferirebbe che se ne occupasse la Commissione Europea, mentre il 40% preferisce che siano gli Stati membri a farlo. Il restante 19% è indeciso. Tra gli elettori dell’ECR (Conservatori e Riformisti Europei), c’è una preferenza per le autorità degli Stati membri, con il 58% che sceglie quest’ultima opzione rispetto al 33% che preferisce la Commissione Europea. La visione della sinistra è diametralmente opposta. Il 63% degli elettori dei Socialisti e Democratici (S&D) ritiene che la decisione debba spettare alla Commissione Europea, con percentuali simili tra gli elettori dei Verdi, pari al 58%. Gli elettori del gruppo Identità e Democrazia (ID) sono più allineati con l’ECR, con il 64% di loro che crede nella forza degli Stati membri.

È anche evidente una distinzione geografica. Tra i campioni intervistati, italiani e spagnoli si affidano maggiormente alla Commissione Europea, mentre gli Stati membri sono preferiti nei paesi dell’Est e in Francia.

La stragrande maggioranza degli elettori dei partiti ECR e ID desidera che maggiori poteri vengano restituiti ai governi nazionali. In entrambi i casi, la percentuale supera il 60%. Sorprendentemente, la posizione degli elettori del Partito Popolare Europeo (PPE) è equamente divisa tra coloro che vogliono più poteri per l’UE (32%), coloro che vogliono più poteri per gli Stati membri (33%), quelli che si accontentano della situazione attuale (23%) e quelli indecisi (12%). Questa tendenza appare particolarmente forte nell’Europa orientale. Questa risposta non è una novità per l’ECR, poiché da quando Giorgia Meloni è diventata presidente dei conservatori europei, è stata espressa una forte richiesta affinché l’Unione Europea non sia “un gigante burocratico e un nano politico” ma “un gigante politico e un nano burocratico”. Il bisogno è chiaro: l’Unione Europea deve concentrarsi su pochi ma importanti temi, specialmente in questo periodo storico in cui tutto sembra più complicato e sul punto di implodere, dato i conflitti sparsi nel mondo. Questi conflitti potrebbero essere particolarmente dannosi per la questione dell’immigrazione in Europa.

Tuttavia, non ci sono ottime notizie per quanto riguarda la coalizione preferita che dovrebbe popolare e governare il Parlamento europeo a partire da giugno prossimo. La coalizione tra Socialisti e Democratici, il Partito Popolare e Renew ha ottenuto il favore del 40% degli intervistati. I risultati del sondaggio indicano un particolare favore in Europa meridionale. Tuttavia, una percentuale più bassa è favorevole a una possibile coalizione di centro-destra formata dal Partito Popolare, Partito Conservatore e il partito Identità e Democrazia, che si ferma al 28%. Tuttavia, una cifra significativa è il 32% degli intervistati che afferma di non sapere cosa preferirebbe. Pertanto, è necessario continuare a lavorare per convincere dei meriti delle idee di una possibile coalizione di centro-destra che sarebbe davvero in grado di cambiare le cose positivamente all’interno di una macchina che da tempo è ferma in termini di produttività. È tempo di ripartire per rendere la nostra Europa grande, e dobbiamo farlo prima che sia troppo tardi.


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